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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 40
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originale
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40 Et quidem illi faciliius facere possunt: deos enim ipsos iocandi causa induxit Epicurus perlucidos et perflabilis et habitantis tamquam inter duos lucos sic inter duos mundos propter metum ruinarum, eosque habere putat eadem membra, quae nos, nec usum ullum habere membrorum. Ergo hic, circumitione quadam deos tollens, recte non dubitat divinationem tollere; sed non, ut hic sibi constata item Stoici. Illius enim deus, nihil habens nec sui nec alieni negoti, non potest hominibus divinationem impertire; vester autem deus potest non impertire, ut nihilo minus mundum regat et hominibus consulat.
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traduzione
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40 E certo essi possono farlo con pi? facilit? degli altri: giacch? Epicuro si ? divertito a immaginare gli d?i trasparenti e attraversabili dai soffi d'aria e abitanti tra due mondi, come "tra i due boschi", per paura che uno dei mondi crolli loro addosso; e dice che hanno le stesse nostre membra, ma senza alcuna occasione di usarle. Egli perci?, togliendo di mezzo gli d?i con una sorta di raggiro, coerentemente non esita a toglier di mezzo anche la divinazione; ma se egli ? d'accordo con se stesso, non lo sono altrettanto gli stoici. La divinit? di Epicuro, non avendo niente da fare n? per se stessa n? per gli altri, non pu? concedere agli uomini la divinazione. La vostra divinit?, invece, pu? non concederla, senza per questo rinunciare a governare il mondo e a prendersi cura degli uomini.
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